Cronache

Vino, la sinistra Ue chiede più tasse ed etichette choc come per le sigarette

Il blitz di Socialdemocratici e Verdi per inserire la stretta sugli alcolici nel report della commissione Beca sulla lotta al cancro: più tasse, limitazioni alla sponsorizzazione negli eventi sportivi e etichette choc come per i pacchetti di sigarette

Vino, la sinistra Ue chiede più tasse ed etichette choc come per le sigarette

Più tasse, etichette choc come per le sigarette e limitazioni alla sponsorizzazione degli alcolici durante gli eventi sportivi. Socialisti e Democratici e Verdi sono riusciti ad introdurre nel report del comitato speciale Beca per la lotta al cancro una serie di misure che, se venissero attuate in futuro, rischiano di penalizzare i produttori italiani di vino.

Giovedì il testo del dossier di oltre cento pagine, che traccia le linee guida sulla lotta ai tumori, è stato approvato dalla commissione parlamentare europea per l’Ambiente, la Sanità pubblica e la Sicurezza alimentare (Envi) con 29 voti a favore, uno contrario e quattro astenuti. Il report passerà poi al vaglio della sessione plenaria del Parlamento europeo a febbraio del 2022 e sarà proprio su questa relazione che la Commissione Ue si baserà per emanare le prossime direttive in materia.

Già in questa fase, però, si è acceso lo scontro sui temi più sensibili del documento e cioè l'approccio da tenere nella lotta al fumo e all'alcolismo. Grazie al Ppe si è riusciti a raggiungere un accordo sulle sigarette elettroniche, superando l'approccio "anti-vaping" della Commissione e introducendo il concetto della diminuzione del rischio. Come riferisce Politico, anche sul vino i popolari sono riusciti a spostare il focus sul bere in maniera "pesante" e non sul bere in generale. Tuttavia alcuni emendamenti voluti dalla sinistra preoccupano gli operatori del settore vinicolo.

"Il negoziato più difficile è stato quello sull'alcol. Dopo lunghi dibattiti, questo era l'unico punto politico in sospeso e siamo riusciti a convincere gli altri gruppi a cambiare il compromesso a mio parere in una direzione molto buona. Chiediamo alla Commissione di concentrare gli sforzi sul "bere pesante" e rischioso, ovvero più di 3 bicchieri grandi di vino o 6 birre al giorno", spiega al Giornale.it Aldo Patriciello, eurodeputato di Forza Italia, membro sostituto della commissione Envi.

"Questa strategia non ha nessun tipo di valore giuridico, ma dobbiamo stare all’erta perché la vera battaglia ci sarà nei prossimi sei mesi, quando è previsto anche il varo della direttiva Clp sull’etichettatura dei prodotti", avverte anche Pietro Fiocchi, europarlamentare di Fratelli d’Italia e membro della commissione Envi, raggiunto al telefono dal Giornale.it. "Il documento in generale è molto buono nella parte che riguarda gli screening sul cancro, i fondi per le nuove tecnologie e la ricerca, peccato – commenta - per questi emendamenti talebani contro l’alcol e il tabacco su cui non siamo assolutamente d’accordo: il proibizionismo porta solo all’aumento dei comportamenti criminali e al di fuori della legge".

L’impostazione del documento, che chiede tolleranza zero sugli alcolici, compresi vino e birra, con tasse più alte, "health warning" sulle etichette e divieto di sponsorizzazione nelle manifestazioni sportive, impensierisce i produttori. "La relazione – scrive la Coldiretti in una nota - non si limita a proporre aumenti delle tasse ma spinge ad introdurre allarmi per la salute nelle etichette delle bevande alcoliche come per i pacchetti di sigarette". "È del tutto improprio – attacca il presidente Ettore Prandini - assimilare l’abuso di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino".

La relazione del Parlamento Ue, è convinto, "colpisce ingiustamente il vino Made in Italy che ha conquistato la leadership in Europa per produzione ed esportazioni con un fatturato record di 12 miliardi nel 2021". La Coldiretti se la prende con il tipo di approccio, definito "semplicistico", e mette in guardia sulle conseguenze delle proposte contenute nella relazione del comitato per la lotta al cancro: "Scoraggerebbe il consumo da parte di quasi un italiano su quattro (23%), che smetterebbe di bere o ne consumerebbe di meno". E a risentirne sarebbero anche le esportazioni. Fiocchi però rassicura: "Sulle questioni fiscali la Commissione non ha molto potere sugli Stati membri e quindi sarà molto difficile portare avanti il discorso sulla tassazione, mentre sull’etichettatura non si muoverà nulla fino all’anno prossimo".

"Purtroppo, in mezzo a una serie di intenzioni condivisibili per un miglior coordinamento Ue in questa battaglia, il Parlamento licenzia un testo che, con un’approssimazione poco rispettosa della scienza e del contesto produttivo europeo, tratteggia tinte fosche sul ruolo dei prodotti vitivinicoli con la prospettiva di una penalizzazione insensata e generalizzata del vino europeo, senza alcun riferimento a un consumo responsabile e consapevole, con la previsione di nuove tasse per i produttori e persino messaggi ad hoc sulle etichette", dice al Giornale.it anche la deputata leghista Stefania Zambelli, che fa parte del comitato Beca. "A farne le spese – denuncia - sarebbe la filiera del vino che, solo in Italia, dà lavoro a 1,3 milioni di persone e conta il 20 per cento di tutte le vigne europee".

A commentare la parte del report che riguarda gli alcolici è anche la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “Si tratta di una proposta scellerata – denuncia - che, se dovesse entrare in vigore, andrebbe a colpire soprattutto l'Italia, uno degli Stati che più crede nella produzione di vini e un settore che dà lavoro a oltre un milione di persone”.

"Nonostante le sfide con Verdi e S&D l’esito complessivo è buono", sottolinea però Patriciello. Tra le proposte formulate dal Ppe che sono state accolte nel documento ci sono quelle che riguardano "l'estensione degli appalti pubblici congiunti, in particolare per i trattamenti del cancro (ultra)rari, pediatrici e nuovi", "l'investimento nelle infrastrutture sanitarie attraverso i fondi di coesione", "la promozione dello sviluppo di farmaci per il cancro pediatrico", o la creazione di una "piattaforma per scambiare le migliori pratiche nelle cure palliative".

Anche sulle sigarette elettroniche, spiega ancora l'eurodeputato di Forza Italia, "siamo stati in grado di far riconoscere il valore delle sigarette elettroniche come strumento di riduzione del danno per aiutare i fumatori fortemente dipendenti a smettere, assicurandoci allo stesso tempo che ai giovani sia impedito di iniziare a usare prodotti alternativi", mentre "S&D avrebbe voluto trattare le sigarette elettroniche allo stesso modo dei prodotti di tabacco regolari".

Nel testo, inoltre, non viene menzionato esplicitamente il sistema Nutriscore nella parte riguardante l'etichettatura degli alimenti.

"I nostri principali risultati - conclude - sono, a mio parere, che siamo riusciti negli sforzi per rendere la vita di coloro che combattono il cancro più facile: pazienti, sopravvissuti, ricercatori, assistenti ed esperti sanitari".

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