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Volkswagen e Schröder litigano per la salsiccia

Volkswagen e Schröder litigano per la salsiccia

Berlino - «Caro Gerhard, non ti preoccupare, il currywurst rimarrà a casa Volkswagen». Con una risposta fra il serio e il faceto, Gunnar Kilian del Consiglio di amministrazione della casa automobilistica di Wolfsburg ha risposto alla provocazione lanciata dall'ex cancelliere socialdemocratico tedesco Gerhard Schröder. Ore prima, il predecessore di Angela Merkel aveva condiviso su Linkedin tutto il suo stupore per aver appreso che uno stabilimento VW da lui visitato aveva del tutto eliminato uno delle pietanze più diffuse nel mondo di lingua tedesca: la salsiccia di maiale tagliata a rondelle, ricoperta di ketchup e spolverata con il curry. Non esattamente un manicaretto ma un piatto che sta a «Herr Müller» come un pezzo di pizza margherita sta al signor Rossi. «Se fossi ancora nel consiglio di sorveglianza di VW una cosa del genere non sarebbe successa», aveva aggiunto Schröder ricordando il suo passato da primo ministro della Bassa Sassonia, il Land che detiene il 20 per cento del colosso automobilistico.

Il post di Schröder, guarnito dall'hashtag #salviamoilcurrywurst, ha dato vita a una ridda di commenti: da chi gli ha ricordato che per ogni 100 grammi di currywurst sono prodotti anche due litri di liquami, bruciati 21 palloni di anidride carbonica e consumata molta acqua senza parlare delle sofferenze dei suini d'allevamento, a chi ha sposato la sua causa scrivendo «questo piatto è salutare perché quando lo mangio sono più contento: per cui evviva il currywu0rst».

Da anni in Germania si discute dell'eccessivo consumo di carne, e la pandemia da coronavirus ha solo rilanciato il tema con le notizie, la scorsa estate, di centinaia di casi di coronavirus fra gli stagionali stranieri che lavorano nei grandi macelli industriali tedeschi e che vivono alloggiati in condizioni di grande affollamento - l'ambiente ideale per la diffusione del corona.

Anni fa alcuni esponenti Verdi proposero l'istituzione di una giornata solo vegeteriana in tutte le mense della Repubblica federale: la proposta fu accolta da molte pernacchie ma da allora il numero dei menu vegetariani nel pubblico come nel privato è molto aumentato.

Alcune mense hanno invece tolto i prodotti a base di maiale per rispetto dei lavoratori e colleghi musulmani, una minoranza peraltro più presente nell'ex Germania ovest delle grandi fabbriche che nei più rurali Länder dell'est.

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