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Adesso Conte trema davvero: l'incubo dell'incidente in Parlamento

Nel governo aumentano i malumori contro il premier: nessuno vuole assumersi la responsabilità di una crisi, ma ecco lo scenario che fa tremare l'avvocato

Adesso Conte trema davvero: l'incubo dell'incidente in Parlamento

Tra poco più di 48 ore suonerà il gong finale per recarsi alle urne e poco dopo verranno resi i noti i risultati non solo del referendum ma anche delle consultazioni Regionali. Non è ormai una novità che il premier Giuseppe Conte sia piuttosto preoccupato: l'en-plein sognato dal centrodestra non è un'utopia e, in tal caso, i giallorossi potrebbero avviarsi verso la strada degli squilibri politici. Ecco perché in molti, considerata la fragilità per cui nessun esponente tende a prendere posizioni di rilevo, sarebbero già pronti a sposare la causa di un cambio di equilibri a Palazzo Chigi. Addirittura un autorevole dirigente del Movimento 5 Stelle scommette: "Finirà che per rompere lo stallo ci si affiderà a un incidente parlamentare". Visto che nessuno vuole assumersi la responsabilità di intestarsi un'eventuale caduta.

Come spiegato dal Corriere della Sera, si tratterebbe di una classica crisi senza padri che potrebbe condurre l'esecutivo a far incespicare "casualmente" le Camere. Lo scenario in questione mette in evidenza come sia netto lo strappo tra il presidente del Consiglio e le forze che lo sostengono: specialmente dal Partito democratico fanno sapere che non accettano di assistere a una visione della politica come "una mera gestione amministrativa e mediatica di Palazzo Chigi".

Quel passaggio rischioso

Dagli ambienti governativi fanno notare che il problema non si può assolutamente ridurre al tema del rimpasto: semmai, spiega un ministro del Pd, qualora ci dovesse essere un risultato soddisfacente alle Regionali si potrebbe concretizzare "un cambio di squadra". Proprio questo intimorisce Dario Franceschini: "Perché se noi aprissimo il vaso di Pandora, senza poi essere in grado di chiuderlo, ci ritroveremmo con un governo tecnico". Una posizione precisa per ribadire quanto sia fondamentale la gestione del Recovery Fund e sia sempre meno probabile un ritorno anticipato alle urne per le Politiche.

A vivere con più ansia questi giorni sono i grillini, che fin da subito hanno adottato una linea chiara: puntare tutto sul referendum sul taglio dei parlamenti per nascondere le colossali figuracce che arriveranno domenica 20 e lunedì 21 settembre. La loro posizione è imbarazzante e provoca non poco disagio: le elezioni dimostrerenno che il Movimento 5 Stelle o sarà irrilevante ai fini del risultato o sarà determinante per la sconfitta del centrosinistra e dunque per la vittoria del centrodestra.

Nel frattempo importanti esponenti dem si chiedono quale sia stato finora il tratto distintivo dei giallorossi: "Tolti i provvedimenti per il Covid-19, tolti i Dpcm e le norme eterogenee che abbiamo dovuto votare nei decreti, quale legge ha caratterizzato il profilo della maggioranza".

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