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Vogliono svuotarci le tasche: la patrimoniale rossa

Dopo l'assalto alla tassa di successione, il centrosinistra riporta ancora una volta in voga il tema della patrimoniale

Vogliono svuotarci le tasche: la patrimoniale rossa

Aumento della tassa di successione e patrimoniale: il centrosinistra sembra proprio orientato a mettere ancora una volta le mani nelle tasche degli italiani.

Dopo l'anticipazione della manovra che Enrico Letta vuole presentare al governo, tramite la quale i dem intendono colpire i patrimoni al di sopra del milione di euro, arriva infatti anche l'imposta progressiva sui patrimoni, verso la quale si sta inveve indirizzando l'attenzione di Articolo Uno, partito di riferimento del ministro della Salute Roberto Speranza.

Colpire la successione, l'idea del Pd

Il Pd punta a creare "una dote per i giovani, finanziata con una parte dei proventi della tassa di successione", ha spiegato Letta a "Il Corriere". Un assegno di 10mila euro da incassare al compimento dei 18 anni di età per gli appartenenti a famiglie di reddito medio/medio-basso, un requisito da certificare tramite presentazione dell'Isee. Per coprire tali costi i dem intendono colpire la tassa di successione, con un incremento che andrebbe a incidere in modo proporzionalmente progressivo su tutti quei patrimoni che superano il milione di euro. L'aliquota massima scatterebbe invece al di sopra dei 5 milioni di euro.

Patrimoniale, Articolo Uno rilancia

"Una riforma complessiva e organica del sistema fiscale italiano, non interventi a spezzatino, episodici, privi di coerenza d’insieme e razionalità", chiede invece il partito di Speranza nel presentare la sua proposta di riforma fiscale.

Sul proprio portale online, Articolo Uno chiede un primo intervento addirittura a livello costituzionale:"Si tratta di completare l’articolo 53, che già contiene il principio di 'equità verticale' (la progressività), con quello di 'equità orizzontale'. Il prelievo deve cioè essere generale e uniforme e garantire reale parità di trattamento tra contribuenti".

Il secondo passo sarebbe quello di colpire l'evasione fiscale con quella che viene definita senza giri di parole una terapia d'urto, ovvero tramite "l'estensione e la generalizzazione dell'obbligo di tracciamento dei pagamenti; l’introduzione di un sistema di ritenute alla fonte per tutti i contribuenti e non solo per i lavoratori dipendenti; l’introduzione di un’aliquota unica per le transazioni intermedie ai fini dell’iva; l’utilizzo sistematico dei dati dell’anagrafe e dei conti finanziari".

Non solo Grande Fratello sui conti degli italiani propone Articolo Uno, ma soprattutto la patrimoniale, tema carissimo a tutto il centrosinistra, e che torna alla ribalta ogni volta che si tocca il tasto "fisco". "O si affianca all’Irpef - da intendersi come imposta sui soli redditi da lavoro, dipendente e autonomo, e pensione - una imposta personale e progressiva sul patrimonio posseduto (mobiliare e immobiliare) con una franchigia di 250.000 euro e un’aliquota massima intorno all’1%, sopprimendo tutti i prelievi patrimoniali oggi esistenti", si legge nella nota del partito sul sito ufficiale, "oppure si mantengono le imposte patrimoniali in essere (l’Imu e l’imposta di bollo sulla ricchezza finanziaria, con un’aliquota dello 0,25-0,26%) e si introduce nell’Irpef il reddito figurativo del patrimonio (mobiliare e immobiliare), prevedendo un credito di imposta pari alle imposte patrimoniali pagate".

Qualunque delle due ipotesi si prediliga, comunque, bisogna anche "procedere a una riforma del catasto che consenta omogeneità e verosimiglianza nel calcolo dei valori immobiliari".

Puntuale come la morte arriva ancora una volta il riferimento al modello tedesco, evidentemente per il centrosinistra sinonimo di equità e di perfezione, per quanto riguarda un'eventuale riforma dell'Irpef. Un modello che"permette di conoscere per ogni livello di reddito l’aliquota media da applicare. La progressività garantita da questo sistema è articolata in modo da alleggerire il peso sui ceti medi e medio-bassi".

In conclusione, resta per Articolo Uno da salvaguardare "il finanziamento del welfare,spostandone il peso dai redditi da lavoro (come avviene oggi) a tutti i tipi di reddito".

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