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L'amarezza dei generali "Cacciati da Gualtieri e sostituiti dai dirigenti"

Funzionari da 140mila euro al posto di 5 militari. "Costavamo solo 1000 euro al mese"

L'amarezza dei generali "Cacciati da Gualtieri e sostituiti dai dirigenti"

Chissà se la Corte dei conti si interesserà al fatto che il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri e la sua giunta defenestrano generali dell'Esercito, pagati mille euro al mese per ricoprire ruoli da dirigenti per far spazio a qualche super funzionario da 140mila euro lordi all'anno.

L'accordo per l'impiego delle divise al Comune della Capitale era stato voluto dall'ex ministro della Difesa, Elisabetta Trenta e poi confermato dall'attuale, Lorenzo Guerini. La Raggi aveva preso cinque generali.

La purga di Gualtieri è stata facilitata dal fatto che tre degli uomini con le stellette, stimati dal personale capitolino, hanno lasciato da poco gli incarichi per raggiunti limiti di età. Uno, Giovanni Calcara, ha collaborato alla complessa realizzazione del progetto Smart City di Roma e un altro, Giuseppe Morabito, come direttore della Protezione Civile aveva la gestione di migliaia di volontari durante le fasi critiche della pandemia e non sarebbe stato facile metterli alla porta senza suscitare scandalo anche per un sindaco appena insediato. L'ultimo a essere stato defenestrato è stato il generale Fernando Falco, per 42 anni nella branca logistico amministrativa dell'Esercito. Per dirla tutto uno della stessa stoffa del generale Francesco Paolo Figliuolo, che ha dimostrato di saper gestire la crisi pandemica con doti innate.

«Sono entrato il 28 settembre scorso - spiega Falco - alla gestione del benessere animali. Nel corso di tre mesi ho portato a casa risultati eccezionali. In primis un contratto per la gestione dei canili con una gara (attenzionata peraltro dalla Procura della Repubblica) partita nel 2017, e prima mai aggiudicata».

Ma Falco stava risolvendo anche il problema dei cinghiali che girano per la Capitale. «C'è un accordo tra Regione e Comune - spiega - che demandava a tavoli tecnici eventuali soluzioni. Ho inchiodato la Regione alle proprie responsabilità perché il problema compete a loro. Lì abbiamo iniziato a collaborare. Con l'amministrazione nuova hanno frenato, ma vi garantisco che le segnalazioni erano continue».

I primi di dicembre, racconta il generale, «hanno messo a concorso tutti i posti dirigenziali del Comune inventandosi una macrostruttura diversa rispetto a quella attuale. Hanno potuto farlo grazie al Pnrr e ad altre situazioni che fino a oggi non esistevano. Il mio settore è rimasto, fatto salvo per l'aggiunta agricoltura a benessere animali. Ma si sono dimenticati che il mio ex ufficio già si occupava di quel settore in quanto gestiva le due aziende agricole del Comune di Roma (Castel di Guido e tenuta del Cavaliere)». Al termine dell'interpello la sua posizione non ha avuto adesioni, ma nonostante ciò il generale è stato estromesso. «Il 31 dicembre scorso - chiarisce - in 3 ore mi hanno concluso il rapporto lavorativo. Il sostituto non è mai stato nominato e non arriverà per il momento. La carica è stata presa ad interim dal capo del dipartimento. È ovvio che debbano piazzare qualcuno nello specifico», peraltro con uno stipendio nove volte superiore a quello del generale.

«Sono profondamente offeso - continua - , mi hanno estromesso in 3 ore. Il ministro Guerini non dice niente perché anche lui è del Pd, ma sto valutando azioni legali perché non possono offendere così la dignità di un militare».

Degli altri due rimasti, solo il generale Cosimo De Lorenzo è stato riconfermato, mentre il generale Cesare Di Giambattista è assegnato per i prossimi 6 mesi a un ufficio di scopo, dopodiché sarà quasi certamente mandato a casa.

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