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I giornali di Elkan sono liberi (di contraddirti)

Gedi, abbiamo un problema. Nella base spaziale del gruppo editoriale facente capo a John Elkann si registra un difetto di comunicazione

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Gedi, abbiamo un problema. Nella base spaziale del gruppo editoriale facente capo a John Elkann si registra un difetto di comunicazione. Appare su Repubblica un titolo pieno in prima pagina «Libertà, l'Italia arretra», a sostegno dell'annuncio ferale, l'editoriale di Massimo Giannini che scrive «... le stroncature di Reporters sans Frontières sulla libertà di stampa...» e definisce Giorgia Meloni l'Underdog della Garbatella, forse dimenticando l'Upset della medesima. Seguono pagine quattro per spiegare come la Destra punti al pensiero unico avendo messo le mani sulle news e il caso Agi «... un parlamentare della maggioranza sta cercando di acquisire la seconda agenzia di stampa, l'Agi...» mentre da Parigi Pavol Szalai, capo desk Europa per l'Ong, sostiene «abbiamo l'impressione che Giorgia Meloni voglia ispirarsi a Viktor Orbán». Accade però che, per la pluralità dell'informazione, su un altro foglio Gedi, La Stampa, venga pubblicata, in prima pagina, la rubrica «Buongiorno» di Mattia Feltri, titolo Testi sacri. Il commento dell'editorialista figlio di Vittorio demolisce in 28 righe il dossier Repubblica sulla classifica di Rsf: « Fra le ragioni del declassamento, il decreto bavaglio, cosiddetto. Curioso, poiché il cosiddetto decreto bavaglio, secondo cui è vietato pubblicare per intero le ordinanze di custodia cautelare, e consentito soltanto in sintesi, è stato scritto su sollecitazione dell'Unione Europea, preoccupata dal sensazionalismo giudiziario. Il punto è come una sollecitazione dell'Ue possa contribuire a fare di noi una periferia scassata del quarto potere. Non è tutto. La facoltà di pubblicare per intero le ordinanze di custodia cautelare era stata introdotta dal governo Gentiloni, dicembre 2017. Prima eravamo come adesso (e la stagione di Mani pulite non mi sembra un caposaldo della mordacchia ai cronisti). Dunque, l'anno dopo 2018, la classifica di Reporters Sans Frontières avrebbe dovuto premiarci per avere adottato una pietra angolare del libero giornalismo. Invece niente. Neanche un cenno. Fai la legge e succede nulla. La cancelli e sprofondi nella decadenza. E forse è invece decadente prendere certe classifiche - poco più che giochi di società - e senza nemmeno leggerle farne testi sacri». Contrordine compagni della Gedi, parlatevi, telefonatevi, spiegatevi. Sempre sul tema della libertà, segnalo che il comitato di redazione di Repubblica ha emesso un comunicato contro il generale Vannacci per avere ironizzato pubblicamente sul giornalista Matteo Pucciarelli. Non si registra tuttavia analoga reazione nei confronti dell'Ingegnere De Benedetti Carlo che, nel corso di una recente apparizione televisiva su La7, ha descritto l'editore Elkann un pavido che ha distrutto Repubblica.

Reporters avec frontières.

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