I segreti della magistratura

"Almeno 35 toghe in fuga per evitare la disciplinare. Adesso il capo Anm lasci"

La corrente Articolo 101 contro Santalucia: "Insabbiati i nomi dei coinvolti nelle chat"

"Almeno 35 toghe in fuga per evitare la disciplinare. Adesso il capo Anm lasci"

Accuse sempre più pesanti e alla fine una sola parola: dimissioni. Articolo 101, la lista che sta scombinando la geografia delle correnti, insiste: il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia deve lasciare l'incarico. I quattro componenti del comitato direttivo centrale - terminologia un po' vintage, ma quella è dell'Anm - hanno firmato nei giorni scorsi un documento durissimo. Una pagina senza sconti per denunciare il tentativo dei vertici dell'Anm di «insabbiare» le questioni drammatiche poste dal caso Palamara. Ora Maria Angioni, oggi giudice del lavoro ma a suo tempo il pm che cercò di far luce sulla scomparsa della piccola Denise, e Andrea Reale, gip a Ragusa, escono allo scoperto, rispondendo alle domande dell'Adnkronos.

«Basta con l'ipocrisia - attacca Reale - due anni fa il presidente della repubblica ci ha invitato a voltare pagina, ma qui si torna indietro. Ci sono magistrati che rivestono ancora ruoli apicali pur essendo direttamente coinvolti nei gravi fatti resi pubblici».

I fatti, naturalmente, sono quelli raccontati da Luca Palamara e Alessandro Sallusti nel libro Il sistema. La lottizzazione che arriva fin dentro il Csm e poi gli accordi e gli scambi di favori e poltrone fra le diverse correnti che penalizzano la competenza e premiano l'appartenenza alla cordata giusta.

Da mesi i quattro giudici di Articolo 101, che ci tiene a definirsi solo una lista in contrapposizione alle altre sigle storiche, chiedevano a Santalucia di bussare al gip di Perugia per recuperare le carte dell'intrigo. Ma l'Anm, questa è la critica acuminata, avrebbe temporeggiato inspiegabilmente a lungo e ha infine recuperato quei faldoni solo dopo molte insistenze. Anzi, come ha svelato al Giornale Giuliano Castiglia, membro del quartetto e gip a Palermo, qualcosa è arrivato ai magistrati di Articolo 101 coperto da omissis. Tagli decisi da Santalucia e non dal gip di Perugia che ha rimandato tutto senza sbianchettare nemmeno una sillaba.

«Il presidente Santalucia - rincara la dose Angioni - omissando quegli atti ha sbagliato. E quegli omissis riguardavano un fatto politicamente grave, cioè il fatto che molti magistrati coinvolti nelle chat di Palamara si stanno dimettendo per sottrarsi in questo modo al procedimento disciplinare interno. Questo tema non è mai stato portato al cdc, il nostro parlamentino. E il nostro parlamentino può bloccare le dimissioni». Invece, sarebbe in corso un vero e proprio esodo. «Sono almeno 35 - chiarisce Angioni che nei giorni scorsi ha ripercorso l'inchiesta su Denise al programma Ore14 di Rai2 - i colleghi che hanno lasciato l'Anm». A quanto pare, alla chetichella. .

Il Sistema

Insomma, per i quattro - oltre a Castiglia, Angioni e Reale, Ida Moretti - ci sarebbe la volontà di insabbiare una storia che sta provocando sconcerto e sporca l'immagine dell'Anm. «Santalucia - riprende Reale - ha tradito la nostra fiducia. Per noi è difficile continuare in questo modo. Ma lo ha voluto lui».

La strada di una possibile ricomposizione pare sbarrata. E Articolo 101 va avanti per la sua strada. In particolare, come Castiglia ha spiegato al Giornale, il grimaldello per far saltare il correntismo dovrebbe essere l'introduzione del sorteggio per l'accesso al Csm. Un'eresia per gran parte dei leader storici dell'Anm. Ma i tempi cambiano.

E oggi una minoranza agguerrita conduce una battaglia che solo qualche anno fa sarebbe stata impensabile, anzi lunare, nel mondo delle toghe.

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