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Le grida di aiuto, poi l'esplosione. I testimoni: "Pilota-eroe ha evitato la strage"

Il tenente colonnello Giuseppe Cipriano (S) e il maggiore Marco Maneghello sono morti a Guidonia dopo lo scontro avvenuto tra due leggeri. Il racconto di una testimone: "Il pilota ci ha graziati"

Da sinistra, il tenente colonnello Giuseppe Cipriano e il maggiore Marco Maneghello
Da sinistra, il tenente colonnello Giuseppe Cipriano e il maggiore Marco Maneghello
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"Aiuto! Aiuto!". Secondo quanto riferito da un testimone a Repubblica.it, sarebbero state queste le ultime parole del maggiore Marco Maneghello, alla guida di uno dei due velivoli militari che si sono scontrati nella mattina di martedì 7 marzo a Guidonia. Il pilota-eroe, come molti lo hanno definito, è riuscito a schivare case e persone evitando una possibile strage. Nell'incidente aereo è morto anche il colonnello Giuseppe Cipriano. La dinamica dell'accaduto è ancora da accertare. La procura militare di Roma fa sapere, con una nota, di aver aperto un fascicolo modello 45, cioè senza indagati e senza ipotesi di reato, per la verifica di eventuali aspetti di interesse penale e militare.

"Ha è evitato la strage. Gridava aiuto"

Dapprima un boato fortissimo, poi lo scoppio e una lunga colonna di fumo tra le case. Ma nella tragedia si è verificato un miracolo: il maggiore Marco Maneghello è riuscito, quasi con un'acrobazia, a schivare gli edifici che affollano via delle Margherite, dove è precipitato il monoplano. "Incredibilmente l'aereo è atterrato al centro della strada con le ali parallele. Sembra una manovra voluta per minimizzare i danni. O è un eroe o c'è stato miracolo", ha commentato il sindaco di Guidonia Marco Lombardo.

Alcuni testimoni hanno raccontato che, dopo l'impatto, il militare è uscito vivo dalla carcassa del velivolo, ma poi l'aereo è esploso poco dopo. "Ho sentito il pilota gridare aiuto. Mi sono avvicinato e ho provato a fare qualcosa ma era impossibile per colpa della fiamme - racconta un ragazzo all'Ansa -. L'aereo è caduto come una foglia morta. Per fortuna è finito sulla strada e non addosso a una casa. Sarebbe potuta essere una tragedia ancora peggiore". Alcuni residenti sono corsi a recuperare gli estintori per estinguere le fiamme ma, purtroppo, per il pilota non c'è stato nulla da fare.

"Dieci secondi in più e sarei morto"

Terrore e paura caratterizzano i racconti dei testimoni che questa mattina hanno assistito al terribile incidente aereo. Dalla finestra, qualcuno ha assisto allo schianto del monoplano contro l'auto: "Ero qui in piedi e all'improvviso ho visto un aereo cadere del cielo - racconta un uomo -. L'ho visto passare tra le palazzine e poi si è schiantato su una macchina. Secondo me il pilota ha fatto qualcosa per evitare i palazzi perché ha centrato proprio l'asfalto. L'aereo è sceso proprio in obliquo cercando di schivare gli edifici". C'è anche chi è riuscito a mettersi in salvo prima che le fiamme divampassero al centro della strada. "Dieci secondi in più e sarei morto - dice un ragazzo che aveva l'auto parcheggiata proprio nel punto in cui è precipitato il velivolo - Posso dire di essere un miracolato".

Chi erano i due piloti morti

Il maggiore Marco Meneghello aveva 46 anni. Era nato a Legnago, in provincia di Verona, il 18 agosto del 1977, non era sposato. Era entrato in Aeronautica Militare nel 1999 con il 119° corso Allievo Ufficiale Pilota di Complemento. Era pilota istruttore con all’attivo 2600 ore di volo e aveva partecipato a diverse operazioni fuori dai confini nazionali.

Il tenente colonnello Giuseppe Cipriano aveva compiuto da poco 48 anni. Entrato in Aeronautica all'età di 21 anni, nel 1996, era arrivato al 60esimo Storno di Guidonia dopo aver seguito il 117esimo corso da Allievo Ufficiale Pilota di Complemento, pilota istruttore di volo sui velivoli U208A, Aliante G103 e MB339-CD.

All’attivo aveva 6mila ore di volo, trascorse anche in operazioni fuori dall’Italia.

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