Guerra in Ucraina

"Vi spiego come abbiamo affondato l'incrociatore di Putin"

Oleg Zhdanov, ex alto ufficiale dell'esercito, spiega i dettagli dell'operazione: "Sono stati sparati due missili che volano sul pelo dell'acqua. Poi la nave è sbandata, non sarà più utilizzabile"

"Vi spiego come abbiamo affondato l'incrociatore di Putin"

Aggiornamento del 16 aprile 2022: una prima versione di questo articolo riportava che l'incrociatore è stato abbattuto. Il termine corretto, però, è affondato. Come abbiamo in seguito cambiato

Un colpo durissimo per la flotta russa. Da Mosca tengono a specificare che l'incrociatore Moskva è affondato mentre veniva rimorchiato durante una tempesta, mentre fonti ucraine sostengono che la nave sarebbe stata colpita da missili dell'esercito di Kiev. Versioni del tutto opposte che però non cambiano la realtà dei fatti: l'incrociatore russo è stato messo fuori dai giochi. Si tratta di una perdita molto rilevante per Mosca che, come fa notare l'intelligence britannica, dovrà fare a meno di un mezzo chiave "sia come nave di comando sia per la difesa aerea".

L'operazione

Un precedente del genere potrebbe spingere Mosca a rivedere la sua posizione nel Mar Nero, cambiando così il quadro che regnava protagonista fino a poche ore fa. A spiegare i dettagli dell'operazione è stato Oleg Zhdanov, ex alto ufficiale prima dell'esercito sovietico, che ha fornito delucidazioni sulla strategia dell'Ucraina che ha finito per colpire l'incrociatore Moskva. Perché viene considerato un successo rilevante? Aver preso di mira la nave ammiraglia della flotta russa del Mar Nero "significa danneggiare fortemente la marina militare di Putin e l'intero apparato d'attacco contro l'Ucraina".

Zhdanov, nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha fatto sapere che la nave si trovava a 25 chilometri al largo di Odessa con più di 500 marinai a bordo e il mare era agitato. Così "due missili sono stati sparati da una base vicino a Odessa", provocando l'esplosione della Santa Barbara e a quel punto "la nave è sbandata". E non ci sarà nulla da fare poiché "non sarà più utilizzabile".

I missili

Un ruolo fondamentale è stato svolto dai due missili Neptune, entrati in funzione all'inizio dell'anno, che hanno un raggio di circa 200 chilometri "e una testata capace di portare 300 chili di esplosivo". Se ne possiede comunque un numero limitato, prodotto dalle loro industrie militari "che sviluppano un vecchio modello sovietico". Ci si domanda come mai i russi non siano riusciti a intercettarli. La risposta va trovata nel Moskva, considerato ancora un "modello obsoleto": le sue difese non hanno potuto far nulla di fronte ai Neptune, in quanto sono "armi modernissime che volano sul pelo dell'acqua".

La previsione nera

Oleg Zhdanov ha poi provato a fare una previsione per le prossime settimane, senza nascondere che da qui a pochi giorni la situazione potrebbe peggiorare: ormai tutti si aspettano un incremento della forza dell'attacco russo, con tanto di bombardamenti intensificati sulle città e missili balistici che potrebbero colpire anche Kiev. Pure le ferrovie potrebbero diventare possibili obiettivi, ma gli ucraini si stanno attrezzando con i missili terra-aria.

La seconda fase della guerra potrebbe iniziare nei prossimi tre o quattro giorni con forti bombardamenti. "La nostra intelligence sostiene che sono pronti ormai, le formazioni d'attacco sono in posizione, vogliono cercare di accerchiare le nostre truppe a est di Kramatorsk", ha aggiunto Zhdanov.

Ma se i russi dovessero impiegare più tempo del dovuto darebbero un'occasione agli ucraini per organizzarsi e contrattaccare "per liberare Mariupol assieme a tutto il Sud del Paese".

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