Guerra in Ucraina

"Azione di rappresaglia". Così può scattare l'attacco nucleare dello Zar

Il Cremlino non sarà il primo a lanciare l'attacco. Lo farà solo "come azione di rappresaglia". Qual è il significato delle parole usate da Mosca e perché è propaganda

"Azione di rappresaglia". Così può scattare l'attacco nucleare dello Zar

Putin ha escogitato una nuova scusa per parlare indirettamente di attacco nucleare: come ha dichiarato il vice primo ministro russo, Jurij Borisov, durante un evento mediatico a Mosca, secondo il proprio credo militare "la Russia non può essere la prima a usare armi nucleari, ma soltanto come attacco di rappresaglia", specificando che lo Zar, "il comandante supremo, ha costantemente nelle vicinanze due ufficiali di marina che portano la cosiddetta valigetta nucleare". Ecco di nuovo la propaganda russa: secondo queste affermazioni è come se fosse Mosca a dover temere un attacco e non il contrario.

Cos'è un'azione di rappresaglia

Nel diritto internazionale, per rappresaglia si intende l'azione "di autotutela effettuata da uno Stato contro un altro Stato" ma soltanto come risposta a un attacco illecito commesso, per primo, dall'avversario. È come se Putin stesse aspettando il momento giusto per premere il pulsante. Infatti, come ha spiegato Borisov, i criteri per l'attacco da parte della Russia dipenderà se saranno fatte minacce dalla "difesa aerospaziale e dai sistemi di allerta di difesa missilistica, i quali elaborano la traiettoria ed il luogo della caduta del vettore nemico". Insomma, dire tutto senza dire niente: cosa significa la minaccia di Putin? Fino a prova contraria, finora è accaduto esattamente l'opposto: è l'Ucraina e sono gli altri Stati a doversi difendere dalle minacce dello Zar che, a corrente alternata, parlano di nucleare.

La Russia perde credibilità

"La guerra in Ucraina ci insegna che non si può credere alla Russia. Il Cremlino persegue una politica di espansione neo-imperialista", ha affermato a La Repubblica il ministro della Difesa polacco Mariusz Blaszczak, oggi a Roma per incontrare il nostro ministeo della Difesa, Lorenzo Guerini. "La decisione di Finlandia e Svezia di avviare la procedura di adesione alla Nato è un'ottima notizia per la sicurezza della Polonia e dell'Europa. E risponde alle pretese della Russia di non estendere la Nato" sottolinea Blaszczak. Come abbiamo visto su InsideOver, la prova provata che Putin cerca sempre una scusa per parlare di nucleare, e stavolta come parte lesa, è la reazione di Mosca all'annessione dei due Paesi scandinavi alla Nato. Il vice ministro degli esteri russo, Sergei Ryabkov, ha affermato che si tratta di un "errore di vasta portata", che non sarà "sopportato" anche se Putin ha gettato acqua sul fuoco.

Nei talk show di propaganda russi, comunque, il tema nucleare è sempre caldo e all'ordine del giorno. "La Russia non avrà altra scelta che neutralizzare lo squilibrio e la nuova minaccia dispiegando armi nucleari tattiche": la minaccia sarebbe l'ingresso di Stoccolma e Helsinki nella Nato, due Paesi che hanno chiesto l'ingresso per difendere loro stessi dalla minaccia russa. Come si può osservare, coerenza al Cremlino non ce n'è più e lo sottolinea Blaszczak. "La Russia sta subendo ciò che si merita: ostracismo e perdita di credibilità. Non è più un interlocutore", aggiungendo che "la Polonia e i suoi alleati monitorano e analizzano attentamente la retorica russa sul nucleare. La riteniamo del tutto falsa, ingiustificata e infondata". Alla base di tutto, infatti, Mosca prova a scoraggiare la Nato dal rifornire l'Ucraina di armi e dare tutto il proprio sostegno.

Ma non funziona.

Commenti