La stanza di Feltri

Meloni è l'opposto di ogni patriarcato

Le sedicenti femministe inveiscono contro una donna che ha creato dal nulla un partito, portandolo, con l'impegno quotidiano, la coerenza, la fedeltà agli elettori, ad essere il primo partito

Meloni è l'opposto di ogni patriarcato

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Gentile Direttore Feltri,
sono pesanti le accuse della giornalista Lilli Gruber nei confronti della premier Giorgia Meloni, della quale in diretta televisiva, durante la messa in onda del suo programma, ha sostenuto che sia «espressione della cultura patriarcale», cultura a cui si imputa anche il femminicidio, indirettamente tacciando, in tal modo, il primo ministro di essere sponsor di questa tipologia di crimini, o almeno è così che io, da spettatrice, ho interpretato le parole della giornalista. Da quando è stata nominata presidente del Consiglio le femministe non fanno altro che incriminare Meloni di maschilismo e di essere un simbolo del patriarcato. Ma sulla base di cosa possono affermare tutto ciò? Io non capisco. Non ho mai sentito da parte della premier una sola parola contro le donne, una dichiarazione anche minima che potesse in qualche modo giustificare questi attacchi. Né mai Meloni si è macchiata di un comportamento che potesse compromettere il nostro genere. Quindi mi spieghi lei, dott. Feltri, per quale motivo si continua a ritenere la leader di Fratelli d'Italia la nemica giurata di tutte le donne.
Caterina Oliva

Cara Caterina,
tali accuse sono assolutamente infondate, false e pure ridicole. In sostanza, le sedicenti femministe inveiscono contro una donna che ha creato dal nulla un partito, portandolo, con l'impegno quotidiano, la coerenza, la fedeltà agli elettori, ad essere il primo partito, ossia il più votato, quando sappiamo benissimo che nessuno avrebbe scommesso un soldo su FdI, che veniva deriso a destra e a sinistra, una donna che è la prima premier in Italia, che sta dimostrato di fare politica con oculatezza, equilibrio, buonsenso, perseguendo non sporchi interessi di partito che ci hanno fatto sfociare nella bancarotta, nel debito pubblico, nella crisi, ma l'effettivo bene dell'Italia e del suo popolo, una donna che tutti i giorni sta in prima linea e viaggia instancabilmente per il globo e si batte per svolgere nel migliore dei modi il mandato affidatole dal popolo sovrano che ha preferito Fratelli d'Italia e Meloni alle ultime elezioni per il rinnovo delle Camere. Basterebbe considerare anche uno solo di questi elementi, e ce ne sarebbero pure altri, per concludere che senza ombra di dubbio Giorgia Meloni, una donna che si è fatta da sola, come si usa dire, che non ha alle spalle nessun uomo, neppure il padre, essendo quasi orfana di babbo, rappresenta un modello di emancipazione e un esempio per tutte le donne che perseguano il successo e la realizzazione personale nonché valori di libertà e autonomia. Meloni è l'incarnazione del riscatto femminile. Altro che nume tutelare del patriarcato! Meloni è semmai la negazione plastica del patriarcato medesimo, cosa che ella stessa ha inteso simboleggiare pubblicando, in risposta al commento di Lilli Gruber, una fotografia che la ritrae con la nonna, la mamma e la figlia Ginevra, quando quest'ultima era appena nata. Quattro generazioni di donne e nemmeno un maschio a cui lavare le mutande o a cui preparare la cena.

Per me Meloni è l'affermazione del matriarcato, la prova che ad una femmina non serve un maschio nemmeno per portare avanti una famiglia, può farlo benissimo da sola se deve. E con questo non intendo screditare il mio genere, fin troppo vessato e oltraggiato in questi giorni. Sono contrario alla colpevolizzazione generalizzata del maschio, alla sua costante criminalizzazione e demonizzazione. Non ritengo che la colpa di uno debba essere considerata in qualche maniera responsabilità collettiva o debba ricadere su tutti. Sai perché donne come Lilli Gruber, che si proclamano femministe, attaccano scompostamente la premier? Semplice, perché lei ce l'ha fatta, perché, sebbene avesse il mondo contro, ha creduto in se stessa e ce l'ha fatta. Da sola. Senza il patrocinio di un uomo, che fosse padre, o fratello, o marito, o amante. E questo fa tanta rabbia a quelle signore che credono in un femminismo che mira a reputare la donna eterna vittima dell'uomo, diffondendone quindi un'immagine di debolezza, che fanno la guerra al vocabolario, che si indignano se i nomi non vengono declinati al femminile, che discutono di mascolinità tossica, di dominio del maschio, che vedono, in noi signori, avversari da combattere e ostracizzare. Tante chiacchiere vane. Meloni, invece, ha compiuto i fatti, mentre tutte le altre ciarlavano e ciarlavano di femminismo con toni patetici. Ed ella è così patriarcale, così abituata ad essere sottomessa al maschio, così avvezza a piegarsi alla volontà maschile che guarda caso però, davvero strana la vita a guidare il Paese intero è proprio lei e soltanto lei vi è riuscita. E questo fa tanto rosicare le femministe come Lilli Gruber. Sono queste le autentiche nemiche del loro stesso sesso.

Incapaci di accettare il successo di una sorella, devono vomitare bile.

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