Guerra in Ucraina

Droni, antidroni, 600 militari: ecco le "nuove" armi anti Putin dell'Italia

L'Italia entra maggiormente dentro al conflitto con nuovi aiuti all'Ucraina: dall'invio di uomini ai confini a quello di armi e tecnologia, ecco le prossime mosse del nostro Paese per combattere a fianco di Kiev

Droni, antidroni, 600 militari: ecco le "nuove" armi anti Putin dell'Italia

Oltre alle armi, i propri soldati: l'Italia si schiera ancor di più in prima linea assieme a Kiev nella guerra contro Putin e lo inviando uomini e mezzi militari in maniera più corposa rispetto a quanto fatto finora. È sicuramente un altro segnale sulla vicinanza al popolo di Zelensky e a quanto stanno facendo finora alcuni Paesi Nato come Stati Uniti e Regno Unito che inviano costantemente materiale bellico per combattere in Donbass e difendersi nelle altre zone del Paese.

Centinaia di soldati ai confini

Dal punto di vista degli uomini, è prevista la partenza di almeno 600 soldati nelle prossime settimane che si piazzeranno in Ungheria e Romania, in pratica ai confini con il Paese teatro del conflitto e raggiungendo anche le altre forze Nato a protezione dell'area meridionale. Come si apprende dal Corriere, potrebbe essere affidata all'Italia il comando delle operazioni a Budapest: ne sapremo di più nelle prossime ore quando saranno definiti i dettagli nella cosiddetta "delibera missione" che dovrebbe essere approvata nei prossimi giorni in Consiglio dei ministri per poi avere il via libera definitivo dal Parlamento. Ma il contingente italiano supererà il migliaio di uomini se aggiungiamo anche i 500 previsti per la Bulgaria come spiegato dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini.

"Rafforziamo la sicurezza"

"Abbiamo deciso di rafforzare la postura di deterrenza e rassicurazione, con particolare attenzione sui Paesi del fianco Est. L’Italia già contribuisce a queste misure in maniera significativa, con una componente terrestre in Lettonia, una componente aerea in Romania e Islanda e una componente navale nel Mediterraneo Orientale". Gli uomini che saranno inviati appartengono al reggimento dei lagunari, dei paracadutisti, degli alpini e della Marina Militare del Comsubin (Comando Raggruppamento Subacquei e Incursori Teseo Tesei).

Cosa succede con le armi

Dal punto di vista dell'armamentario bellico, invece, anche se come abbiamo visto sul Giornale.it l'elenco delle armi è secretato per motivi di sicurezza, il Corriere ha ipotizzato quanto di concreto potrà fare il nostro Paese nei prossimi giorni: indiscrezioni parlano di sistemi contro i droni, apparecchi per disturbare le frequenze dei radar ma anche sistemi di difesa che reggano l'onda d'urto di potenziali attacchi alle infrastrutture. L'Italia proverà a far fare il salto di qualità soprattutto dal punto di vista tecnologico con esperti del settore industriale già allertati e pronti all'invio del materiale necessario. La guerra, però, si deve combattere anche con i mezzi di terra come carri armati e armi di vario tipo.

Un decreto legge approvato il 1° marzo in parlamento nonostante il veto di alcuni gruppi politici consentirà fino al 30 settembre l'invio a kiev di "mortai, lanciatori Stinger, mitragliatrici pesanti Browning , colpi browning, mitragliatrici leggere, lanciatori anticarro, colpi anticarro, razioni K, radio, elmetti, giubbotti" già inviati all'inizio del conflitto ma anche più di recente.

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