Cronaca internazionale

Busti di Stalin e Lenin nel memoriale: lo sfregio alle vittime del comunismo

Un nuovo busto di Stalin, insieme ad altri, sarà inaugurato il 19 ottobre al memoriale di Mednoye, nella regione russa di Tver, dedicato alle vittime del terrore staliniano

Busti di Stalin e Lenin nel memoriale: lo sfregio alle vittime del comunismo

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Tre mezzibusti bianchi e uno nero disposti sopra altrettante colonne di marmo perfettamente allineate. In mezzo a loro una statua con tre uomini a grandezza naturale. L'intera area è delimitata da una catena contrassegnata da un messaggio chiaro: "La mostra è in corso di montaggio. L'inaugurazione avrà luogo il 19 ottobre alle ore 14". Siamo in Russia, al memoriale di Mednoye, nella regione di Tver, e la scena descritta ha già fatto il giro dei social. Già, perché le statue apparse in questo luogo, dedicato alle vittime del terrore staliniano, rappresentano proprio alcuni dei personaggi più noti dell'Unione Sovietica, compreso lo stesso Josif Stalin.

La statua di Stalin

Il mezzobusto di Stalin è sistemato accanto ad altre statue nuove di zecca. Tra queste troviamo quella di Lenin, del fondatore della polizia politica, di Felix Dzerzhinsky, e del membro del Politburo che nel 1940 firmò l'ordine per il massacro, nel settembre del 1939, di ventimila ufficiali polacchi a Katyn, Mikhail Kalinin. A scatenare le polemiche, tuttavia, non c'è soltanto la scelta dei protagonisti ma anche il luogo nel quale sono state disposte le figure.

Il memoriale di Mednoye sorge sul sito in cui erano stati uccisi e sepolti, fra il 1937 e il 1938, 5mila sovietici, e nel 1940 6mila polacchi vittime delle purghe staliniane. Secondo la società per i diritti umani Memorial, l'installazione delle sculture sarebbe un ordine diretto del Museo Centrale Statale di Storia Contemporanea e del direttore del complesso Mednoye, Alexander Chunosov, che ha difeso la presenza del busto di Stalin come di un riflesso "logico" della storia.

La mostra delle polemiche

I personaggi di Mednoye "rappresentano l'intero Pantheon dei macellai e assassini sovietici", ha invece scritto l'attivista di Tver Daniil Korpusov sulla sua pagina Facebook. "Ora i bugiardi si sono fatti più furbi: non abbattono monumenti per costringerti a dimenticare. Continuano a chiacchierarne e poi, quando la versione tutto non è più così in bianco e nero è al suo apice, si può anche sistemare il demonio baffone. Così, chiunque capita al memoriale, non vede più la tragedia di migliaia di vite ma un guazzabuglio a molti colori"", ha aggiunto.

"Se il nostro complesso memoriale è dedicato al periodo delle repressioni di massa, come si sono represse queste persone, da sole?", ha affermato, dal canto suo, lo stesso Chunosov in una intervista al sito di notizie Podyom. Già nel 2019, le autorità regionali avevano ordinato la rimozione dal sito di due targhe in commemorazione delle vittime del terrore staliniano.

I precedenti

Quanto sta accadendo a Mednoye è stato anticipato da diversi episodi controversi in tutta la Russia dall'inizio della guerra in Ucraina. Sono ad esempio scomparsi monumenti in ricordo delle vittime polacche e lituane del terrore staliniano, oltre che dei soldati finlandesi uccisi nel corso della guerra di continuazione. Nella maggioranza dei casi, le autorità russe hanno attribuito la scomparsa a vandali.

Il sito Meduza ha citato alcuni casi emblematici. A Yakutsk sono scomparsi sia il monumento ai polacchi e lituani deportati in Urss fra il 1941 e il 1947, che era stato eretto nel 2002, sia diverse pietre con targhe con i nomi delle persone inviate nei campi di lavoro sovietici. A Priozersk, nella regione di Leningrado, a metà di settembre è sparito un monumento dedicato a 130 soldati finlandesi uccisi negli anni Quaranta e sepolti in quel sito. Il memoriale era stato installato nel giugno del 2019 in seguito a un accordo fra Russia e Finlandia.

E ancora: a Rechka Mishikha, in Butiatia, è stato distrutto un monumento in onore dei prigionieri politici polacchi uccisi nell'insurrezione di Baikal del 1886; a Pivovarikha, nella regione di Irkutsk, a metà maggio è stato smantellato un memoriale polacco dedicato alle vittime del terrore sovietico; a Oksana Trufanova, nella regione di Tomsk, l'11 novembre dello scorso anno (il giorno dell'Indipendenza polacca), è stata rimossa la targa di un memoriale per le vittime polacche del terrore costruito nel 2004. Due giorni dopo, è stata rimossa anche la targa in ricordo dei bambini dei deportati.

Il primo dicembre dello scorso anno, infine, a 150 chilometri da Tomsk, sono state distrutte una croce e una targa con i nomi dei polacchi uccisi nel 1938.

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