Cronaca giudiziaria

Omicidio Cerciello, assolto in appello il carabiniere che bendò Hjorth

Il militare era accusato di misura di rigore non consentita dalla legge. Per i giudice della Corte d'Appello il "fatto non costituisce reato". L'avvocato del carabiniere: "Assoluzione ristabilisce giustizia"

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È stato assolto con formula piena il carabiniere che bendò Gabriel Natale Hjorth, uno dei due assassini del vicebrigadiere dell'Arma Mario Cerciello Rega, ucciso con undici coltellate la notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 nel quartiere Prati della Capitale. I giudici della Corte d'Appello di Roma hanno stabilito che il "fatto non costituisce reato". L'imputato, Fabio Mangaro, era accusato di misura di rigore non consentita dalla legge, ovvero il bendaggio dell'americano durante l'interrogatorio nella caserma di via Selci, dove i due ragazzi statunitensi furono condotti subito dopo il fermo per l'omicidio. Il 24 febbraio dello scorso anno, il militare era stato invece condannato a 2 anni con anni pena sospesa.

L'avvocato del carabiniere: "Assoluzione ristabilisce giustizia"

"È stato un percorso straordinariamente sofferto dove il maresciallo Manganaro è rimasto solo durante questi lunghi 5 anni. E questa assoluzione della Corte d'Appello perché il fatto non costituisce reato ristabilisce giustizia nei confronti di un militare che per 25 anni con onore ha servito l'Arma, continua a servirla e che in quell'occasione del luglio del 2019 ha protetto l'incolumità del fermato ed è stato sottoposto nei mesi e negli anni successivi non solo a una gogna mediatica ma anche all'isolamento e all'abbandono da parte delle istituzioni". Lo dice all'agenzia LaPresse l'avvocato Roberto De Vita, difensore del carabiniere Fabio Manganaro, dopo l'assoluzione. "Questa sentenza, sia nel dispositivo e poi nelle motivazioni, - conclude il legale -dovrà essere letta attentamente dall'ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dall'ex comandante generale dell'Arma Giovanni Nistri i quali all'indomani del fatto condannarono senza processo Fabio Manganaro".

La difesa di Hjorth

C'è stupore invece nelle parole dell'avvocato Francesco Petrelli, difensore di Gabriel Natale Hjorth, per la decisione dei giudici della Corte d'Appello. "Attendiamo ovviamente di leggere le motivazioni della Corte - dice all'Adnkronos il legale - ma certamente lascia stupiti la riforma di una sentenza motivata diffusamente in fatto e in diritto che aveva correttamente stigmatizzato un trattamento abusivo umiliante e degradante quale era il bendaggio del giovane sospettato non giustificato da alcuna differente finalità".

A che punto è il processo per l'omicidio

Il 10 aprile, nel corso del processo bis, la Procura generale di Roma ha sollecitato una condanna a 23 anni e nove mesi per Lee Elder Finnegan e a 23 anni per Gabriel Natale Hjorth, i due americani accusati dell'omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. In primo grado i due statunitensi erano stati condannati all'ergastolo. Successivamente, la Corte di Assise di Appello aveva ridotto l'entità della pena condannando Finnegan Lee Elder a 24 anni e Gabriel Natale Hjorth a 22.

Gli avvocati degli imputati avevano presentato ricorso, ma i giudici della prima sezione penale della Cassazione avevano annullato con rinvio a una nuova sezione della Corte d'Appello di Roma le sentenze di secondo grado.

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