Retrogusto

Bergamo, non solo Da Vittorio

Una città con molti indirizzi interessanti e una provincia dove la tradizione si sposa a uno sguardo rivolto al contemporaneo. Con il “tempio” tristellato della famiglia Cerea, ma anche con il bartoliniano Villa Elena, con il Carroponte di Mazzoleni e con la notevole Trattoria Visconti dal 1932, tra le migliori d’Italia

Bergamo, non solo Da Vittorio

Undici ristoranti stellati, e la chicca di un tristellato, Da Vittorio a Brusaporto. La provincia di Bergamo, terza in Lombardia e ottava in Italia per numero di abitanti, è tra le più ricche a livello gastronomico (oltre che economico d’Italia). Vediamo dove mangiare.

Partiamo dal capoluogo, dove esistono due ristoranti stellati. Villa Elena a Bergamo Alta (via San Vigilio, 56), in un sontuoso locale storico – una quasi reggia, in verità - con torre medievale e terrazza- giardino, è uno dei ristoranti della galassia di Enrico Bartolini, il collezionista di stelle che ha il suo cuore al Mudec di Milano. Il locale fino a qualche tempo si chiamava Casual, poi ha cambiato sede e anche nome ma non la filosofia in cucina, dove regna Marco Galtarossa che sposa l’idea bartoliniana di una cucina precisa ma al contempo creativa, mediterranea e internazionale, con una grande attenzione ai prodotti stagionali. Il menu stagionale, Metamorfosi di Primavera (3 piatti 130 euro, 4 piatti 160), propone un racconto “mitologioc” con episodi come Animella, verza e lamponi, Cren Caramel di carciofo e La pecora gigante bergamasca davvero interessante. Bella carta dei vini.

L’altro stellato è Impronte, l’unico nella città bassa (via Cristoforo Baioni, 38), dentro un vecchio deposito di autobus che oggi è uno scrigno di design contemporaneo dove lo chef Cristiano Fagone, supportato dalla moglie Francesca Mauri in sala, propone una cucina di mare di ispirazione siciliana (il menu degustazione si chiama “Accussì avi a èssiri, praticamente un omakase isolano) con un spiccato gusto per le acidità e per alcune affumicature. Abbinamenti coraggiosi come nella Stigghiola, scarola e brodo agro piccante e nella Triglia, avocado e finocchi.

Altri locali rimarchevoli di Bergamo città sono Lio Pellegrini, un ristorante in pieno centro (via San Tomaso, 47) che quest’anno compie 40 anni e che propone una cucina elegante e con una creatività domata e che punta forte sui prodotti del mare come nelle Puntarelle con scampetto, gamberetti, salmone e croccante di carciofi e nella Sogliola adriatica alla mugnaia con purè di patate.

Roof Garden all’ultimo piano dell’hotel Excelsior San Marco (piazza della Repubblica, 6) che propone una carta sorvegliata e di grande sostanza ma che è scelto soprattutto per la notevole vista. L’Osteria al Gigianca (via Broseta, 13), un locale dove la tradizione non è vista mai come qualcosa di intoccabile ma anzi come il punto di partenza per piacevoli escursioni: e comunque esistono due menu, uno classicissino a 55 euro (con i Casonsei alla bergamasca) e un altro più di pensiero a 65 (Lumache trifolate, cicerchia di Serra de’ Conti e sedano e Pancia di pecora gigante bergamasca con crema al pane di segale e cime di rapa saltate). Segnaliamo ancora il Baretto di San Vigilio (via al Castello, 1) vicino alla funicolare, che propone piatti sostanziosi e piacevolmente rustici, l’Osteria Tre Gobbi (via Broseta, 20r), che a dispetto del nome propone una cucina piuttosto innovativa in un ambiente minimale, e quello che riteniamo uno dei migliori indirizzi della città, Al Carroponte (va De Amicis, 4), dominato dalla figura del patròn Oscar Mazzoleni, dotato di sconfinata passione e voracità intellettuale: la sua proposta è notevole per ricchezza e profondità, si spazia dalla cena gorumet all’aperitivo “colto” e poi ci sono i corsi di degustazione di vino per winelover e principianti. Un luogo come dovrebbero essercene in ogni città italiana.

La scena della provincia è naturalmente dominata dal colosso Da Vittorio, il ristorante di Brusaporto che costituisce il cuore del “sistema Cerea”, una delle grandi holding del gusto in Italia, con molti ristoranti in Italia e all’estero, bar, locali e un’attività di catering che è una macchina da guerra. In questo ristorante tristellato nel cuore di un rilassante parco si viene per gustare una delle cucine fondamentali della scena nazionale, magari non così ardita sul piano dell’avanguardia, ma con un classicismo che ne fa un vero punto di riferimento nella qualità degli ingredienti, nella mano precisa dello chef Enrico, ben coadiuvato da Roberto, in quella che è considerata una delle migliori sale d’Italia, guidata come un’orchestra dal direttore Francesco. E poi ci sono momenti cinematografici, come i celebri Paccheri alla Vittorio mantecati al tavolo come in uno show, e i cannolini riempiti al momento a fine serata. Imperdibile.

Per il resto la provincia di Bergamo è ricca di indirizzi solidissimi. Come la Trattoria Visconti dal 1932 ad Ambivere, considerata una delle migliori trattorie italiane, capace di declinare in modo convincente come raramente accade una cucina di casa in modo contemporaneo. Come la vicina Antica Osteria dei Cameli sempre ad Ambivere, in una bellissima cascina. Come Bolle Restaurant a Lallio della famiglia Agnelli (quella delle pentole) dove salutato lo chef Marco Stagi la cucina è stata affidata a un gruppo di giovani secondo una logica “orizzontale”. Come Osteria degli Assonica a Sorisole, con la cucina di memoria e di concetto di Alex e Vittorio Manzoni. Come Contrada Bricconi a Oltressenda Alta con una convincente cucina di ispirazione vegetale. Come San Martino a Treviglio, un ristorante piacevolmente classico. Come Il Saraceno a Cavenago, con la cucina di mare del bravo Roberto Proto. Come La Braseria di Osio Sotto, dalla evidente ispirazione carnivora per mano di Luca Brasi, un ex enfant prodige che ha trovato nella brace la sua Itaca. Come a Riva di Solto, con la cucina di ispirazione meridionale di chef Angelo Bonfitto. Come LoRo a Trescore Balneario, che declina in modo contemporaneo un’idea assai tradizionale di cibo.

E come Cucina Cereda di Ponte San Pietro con una sontuosa cucina di mare.

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