Cronaca giudiziaria

Open Arms, il processo show a Salvini. I pm convocano pure la Merkel e Borrell

Dopo Richard Gere l’accusa vuole sentire anche l’ex cancelliera e l’ex ministro

Open Arms, il processo show a Salvini. I pm convocano pure la Merkel e Borrell

Ascolta ora: "Open Arms, il processo show a Salvini. I pm convocano pure la Merkel e Borrell"

Open Arms, il processo show a Salvini. I pm convocano pure la Merkel e Borrell

00:00 / 00:00
100 %

È un processo show quello messo in atto dal tribunale di Palermo contro il leader della Lega Matteo Salvini. Non c’è dubbio. Dopo l’attore hollywoodiano Richard Gere, chiamato a testimoniare, ora è la volta di Angela Merkel e di Josep Borrell. Sì, l’ex cancelliera tedesca e l’ex ministro degli esteri del governo spagnolo (attualmente Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la sicurezza) potrebbero essere sentiti come testimoni nelle prossime udienze già fissate a Palermo per il processo Open Arms. Un processo lungo, che vede imputato il vicepremier Salvini, reo di aver negato lo sbarco a Lampedusa di 147 migranti recuperati al largo della Libia, nell’estate del 2019, dalla Ong spagnola. Ad annunciarlo ieri (nel corso dell’ennesima udienza) il pubblico ministero Gery Ferrara. Matteo Salvini è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio, un caso mai visto prima in Italia. In Europa.

Un’accusa pesante che ora vede coinvolti anche due pezzi grossi dell’establishment europeo. Non è ancora chiaro se i due Merkel e Borrell siederanno dietro la sbarra come testi, ma un fatto è certo: l’accusa vuole andare fino in fondo. A solleticare il Pm le dichiarazioni dell’ex ministro degli esteri italiano Enzo Moavero Milanesi chiaperiodo della vicenda Open Arms, a metà agosto, ho avuto svariate telefonate con il ministro degli Esteri spagnolo. Venivano fatte dal ministro spagnolo per cercare di trovare una soluzione a una vicenda che aveva connotati drammatici», ha detto in aula Moavero, aggiungendo anche che Borrell ha espresso «preoccupazione sulla vicenda». «Più volte mi disse: “Ma se la competenza a consentire lo sbarco è del ministro dell'Interno come mai il premier non si impone?”». Il premier ai tempi era Giuseppe Conte che, come gli altri membri dell’allora governo, chiamati anch’essi a testimoniare, hanno voltato le spalle a Salvini senza assumersi le proprie responsabilità. Il leader del Carroccio ieri non era presente in aula «preferisco essere altrove, con fiducia nel fatto che ci saranno magistrati che eserciteranno la propria professione al di là della simpatia nei miei confronti» aveva detto nei giorni scorsi. Ma la domanda tra i membri della maggioranza di governo in queste ore è una sola: fino a che punto vogliono spingersi i giudici?

La risposta potrebbe arrivare già il 14 giugno, quando verrà celebrata un’udienza interlocutoria durante la quale si valuterà la documentazione dibattimentale. Se procedere o no con i due testi di peso. E che peso.

Angela Merkel dovrebbe fare luce su una mail inviata in risposta al fondatore della Ong Spagnola Oscar Camps, che le scrisse in quei giorni per chiederle aiuto.
Intanto Salvini va «controvento», fiducioso che lo show possa finire presto.

Commenti